Descrizione
Cosa c’entrano le mele con l’energia e con l’economia? La mela è, nella «versione divulgativa» che si racconta del peccato originale, il motivo della cacciata dall’Eden, indicato, per essere più precisi, come frutto della conoscenza (proibita). Poi, un bel po’ di tempo dopo, è arrivata la mela di Newton, quella che pare gli sia cascata in testa per fargli comprendere la legge di gravitazione universale. Appena dopo arriva quella di Charles Fourier (1772-1837), filosofo francese, socialista utopistico, che prende ad esempio le differenze di prezzo tra le mele vendute a Rouen e quelle vendute a Parigi per indicare la nocività del commercio e l’origine della diseguaglianza sociale.
Accanto a queste mele, così importanti nella storia della civiltà occidentale, proviamo modestamente a mettere la nostra, quella che spiega un concetto interessante e trasversale, noto nella letteratura come «ritorno energetico sull’investimento (energetico)» o, in altre parole, quanta energia mi serve per estrarre e avere a disposizione energia. Se prendiamo come esempio un albero carico di mele il concetto sarà subito chiaro: di solito raccogliamo quelle che stanno a portata di mano e il nostro sforzo sarà quindi minimo. Ma se l’obiettivo è quello di raccoglierle tutte, per l’ultima lo sforzo sarà massimo e il ritorno energetico utile sarà il più basso di tutti.
Questo semplice esempio è alla base della spiegazione di questo indice che serve in sostanza a stabilire, in natura, la «bontà» di una fonte energica, con tutte le distinzioni del caso, che questo libro illustrerà.